Dal 29 ottobre, ogni mercoledì gli abbonati di Apple TV possono immergersi in una nuova serie composta da otto episodi, ricca di mistero, azione e una dose di humour inglese. Al centro dell’attenzione ci sono le talentuose Emma Thompson e Ruth Wilson, protagoniste di una trama complessa che promette colpi di scena inaspettati. La serie, prodotta da 60Forty Films e diretta da un team di registi di talento, tra cui Natalie Bailey e Börkur Sigþórsson, si basa sull’omonimo romanzo di Mick Herron, autore già noto per “Slough House”.
Una trama avvincente ma confusa
La storia prende il via da una cena tra amici che si trasforma in un incubo: un’esplosione distrugge la casa della vicina, lasciando dietro di sé una ragazza scomparsa. Sarah Trafford, interpretata da Ruth Wilson, decide di assumere un investigatore privato, Joe Silverman, il quale però muore in circostanze misteriose. A questo punto, Sarah si affida all’esperienza di Zoë Boehm, interpretata da Emma Thompson, per scoprire la verità. Tuttavia, la serie si complica con troppi filoni narrativi, rendendo la trama difficile da seguire e mescolando generi in modo disorientante.
Emma Thompson: il vero punto di forza
Nonostante i difetti della narrazione, la performance di Emma Thompson brilla in un ruolo che mescola cinismo e humour. La sua interpretazione di Zoë Boehm offre un’ancora di salvezza in un mare di confusione narrativa. L’idea di una “buddy serie” al femminile ambientata in una affascinante Oxford è intrigante, ma il potenziale rimane in parte inespresso a causa di un racconto che fatica a mantenere un equilibrio tra i vari toni. In definitiva, mentre la Thompson affascina con il suo talento, la serie rischia di deludere le aspettative.